Con questo articolo vogliamo darvi alcune informazioni ottenute direttamente dall’ultima riunione Nomisma per quanto riguarda alcuni dati economici in Italia ed in particolare i settori Real Estate e Mutui.
Il panorama economico attuale
Innanzitutto il periodo che stiamo vivendo è un periodo preoccupante come ormai tutti quanti sappiamo, stiamo andando incontro a una possibile recessione. Ci sono però alcuni elementi che vanno in contraddizione con quella che effettivamente è la tendenza: abbiamo un bene rifugio come l’oro che anziché aumentare, appunto perché bene rifugio, resta invariato, anche se quest’anno comunque ha avuto un aumento del 6% circa. Il rame invece, pur essendoci state varie morse della BCE per cercare di contrastare l’inflazione attualmente in essere, continua ad essere molto richiesto. Quindi questo vuol dire che comunque continua ad esserci un mercato abbastanza in fermento rispetto a quelle che erano le attese.
Le politiche monetarie
Abbiamo notato, come detto già in un articolo precedente in riferimento alla moneta statunitense, che il cambio euro-dollaro è sceso, pur essendoci appunto state delle strette della BCE che avrebbero dovuto di contro valorizzare quella che è la moneta europea. Sicuramente queste morse, che seguono l’andamento delle varie politiche monetarie della BCE, hanno avuto un effetto indesiderato rispetto alle aspettative. In USA, quello che si sta facendo, è semplicemente aumentare il valore del dollaro in base alla circolazione dei dollari stessi, quindi meno dollari in circolazione e maggiore aumento di valore della divisa statunitense.
La situazione economica in Italia
Negli ultimi periodi abbiamo avuto in Italia 7 trimestri positivi, nonostante che, sia l’Italia che la Germania, siano gli stati più colpiti dal problema energetico e dal problema dell’approvvigionamento delle materie prime, pur considerando la notevole collaborazione con la Cina per quanto riguarda l’acquisto delle materie prime.
In generale diciamo che quest’anno l’Italia è andata abbastanza bene, anche se il problema che maggiormente si sta notando e si sta verificando da marzo di quest’anno in poi, ossia da quando è iniziata ad aumentare in maniera galoppante l’inflazione, è l’impoverimento da parte degli italiani stessi. Questo perché comunque c’è stata una grossa differenza nelle proporzioni tra i salari, l’inflazione e il potere di spesa, anche se il governo attuale ha applicato delle tecniche per cercare di ridurre queste differenze. Quindi sostanzialmente siamo diventati un poco più poveri rispetto a prima perché come come sappiamo l’inflazione va ad erodere quello che è l’ accantonamento e quindi il denaro risparmiato. Per fare un esempio: se ho un’inflazione per ipotesi al 12% ed ho €100000 sul conto corrente, quei €100000 rispetto al passato mi valgono circa il 12% in meno.
Di contro però abbiamo una disoccupazione al 7,7%, forse tra le più basse degli ultimi vent’anni, anche se purtroppo per il prossimo futuro, anche a causa dei problemi energetici e a causa della recessione, questo dato riferito alla disoccupazione tenderà ad aumentare sicuramente. L’unica possibilità per cambiare la tendenza, quindi è far sì che la recessione non sia così forte come si prevede.
Il settore bancario
Per quanto riguarda invece il settore bancario, come ormai è ben noto, le banche voglio assolutamente evitare di aumentare gli NPL (non-performing loans) e quindi vogliono evitare di avere incagli, vogliono avere clienti che pagano regolarmente senza avere nessun tipo di problematica.
Nel 2023 si prevede comunque una flessione di quelle che sono le compravendite immobiliari e su livelli più importanti per quanto riguarda la parte commerciale, industriale, artigianale, rispetto al residenziale, anche se comunque il mercato immobiliare rispetto alle punte massime degli ultimi 20 anni è circa al 60-70% quindi è ben lontano da quella che può essere una bolla immobiliare, se ipotizziamo il 100% come raggiungimento del limite massimo per l’esplosione di quella che può essere un’ipotetica bolla immobiliare; direi che c’è ancora un buon margine di crescita sia a livello di trattative che a livello di crescita economica.
Il settore delle Agenzie Immobiliari
Per quanto riguarda il Real Estate, quindi le agenzie immobiliari, le incognite per il prossimo futuro sono la riduzione della crescita rispetto all’ultimo periodo ed il digitale, con Il relativo cambio degli stili di vita , perché comunque il fatto di lavorare spesso e volentieri per alcuni in Smart Working rispetto al passato, fa si che determinate abitudini nella ricerca degli immobili possono essere effettivamente diverse rispetto al passato e poi naturalmente quello che sono i prezzi, perché anche questi hanno una determinata incidenza.
Anche se le vendite caleranno, in particolar modo per il settore Corporate, c’è da tenere in considerazione che per quanto riguarda il settore o comunque la parte retail caleranno rispetto agli anni passati, anche se comunque la crescita sarà intorno a uno 0,5%. Gli ultimi dati danno l’83% come percentuale di richieste di mutuo quindi l’83% dei richiedenti un immobile in acquisto tende ad accendere un mutuo.
L’aumento dei tassi di interesse ha fatto sì che pur essendoci un alto numero di richiedenti, una parte di questi non possa più accedere al credito, per il semplice fatto che escono dai parametri che servono ad un istituto di credito per poter erogare il mutuo.
Tutte queste persone che prima cercavano casa per acquistarla e oggi non possono più richiedere il mutuo per poter acquistare l’immobile, sono tutte persone che si riversano nel mercato della locazione.
Il mercato della locazione
Il mercato della locazione per il prossimo 2023 è sicuramente in forte crescita, in particolare in alcune zone e meno in altre, con alcune città che naturalmente, rispetto ad altre, manterranno dei livelli superiori, sia per quanto riguarda le compravendite, che per le locazioni.
La previsione per il 2023
Sostanzialmente la tendenza generale degli istituti di credito è quello di cercare per il prossimo futuro di puntare di più su quegli immobili che hanno un rischio inferiore perché posizionati in zone meno a rischio rispetto ad altre. Ad esempio quegli immobili che sono meno a rischio rispetto ad altri per quanto riguarda i terremoti, le inondazioni e via dicendo ed hanno un efficientamento energetico maggiore con una riqualificazione energetica maggiore rispetto ad altri immobili.
Questa è sicuramente la tendenza del prossimo futuro per quanto riguarda i mutui.
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