È di ben 1,516 miliardi di Euro l’utile con il quale Intesa Sanpaolo ha chiuso il primo trimestre 2021, con un aumento del 31,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Si tratta di una performance molto superiore alle aspettative di tutti gli analisti, che ha fatto correre il titolo a Piazza Affari fino a 2,35€ per azione, con un balzo dell’1,9%.
Questi nel dettaglio i dati della trimestrale: ricavi per 5,461 miliardi (più alti dei 5,244 previsti dagli analisti di Mediobanca Securites); commissioni nette per 2,301 miliardi (in crescita dell’8,9% rispetto ad un anno fa); costi operativi per 2,542 miliardi (in calo del 2,6% sul 2020); rettifiche sui crediti a 402 milioni di euro (addirittura – 25,3% rispetto ad un anno fa); risultato lordo del trimestre a 2,630 miliardi (22,2% in più di marzo 2020).
Per quanto riguarda la solidità patrimoniale, il Common Equity Tier 1 è al 14,4% a regime ed al 15,7% pro-forma a regime tonico.
Dalla banca fanno sapere che tali risultati sono in linea con l’obiettivo di un utile netto annuo superiore a 3,5 miliardi e sono lo specchio della solidità della base patrimoniale e della posizione di liquidità, di un modello di business resiliente e diversificato, della strategia flessibile nella gestione dei costi operativi nonché della qualità dell’attivo con un profilo di rischio molto basso.
Per gli azionisti si prospetta un’ulteriore generazione di valore, derivante dalla fusione di Ubi Banca realizzata senza costi sociali, oltre che dai 6 miliardi destinati nel 2020 al rafforzamento della sostenibilità dei risultati.
L’ad Carlo Messina ha anticipato che la banca distribuirà circa 700 milioni di dividendi in contanti, quantitativo massimo consentito dalla BCE; l’intenzione è poi quella di distribuire a settembre la parte restante per raggiungere il payout previsto nel Piano d’Impresa (ovvero il 75% dell’utile netto).
Restando alla politica dei dividendi, il gruppo ha confermato di voler distribuire cedole per un payout ratio del 70% sull’utile netto del 2021, che ci si attende ben più alto dei 3,5 miliardi di quest’anno.
Estendendo l’analisi al quadro dell’economia nazionale, Messina ha ricordato l’elevata ricchezza delle famiglie italiane, pari a 10.700 miliardi di euro ed ha elogiato i pacchetti di misure messi in campo dal governo, ritenendoli un’opportunità per ridisegnare il sistema produttivo; i 200 miliardi stanziati con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, destinati principalmente ad investimenti nel digitale ed all’economia ambientale, possono dar vita ad un economia più solida in grado di sostenere livelli di crescita del Pil più alti e più stabili rispetto agli attuali.
Il ceo Messina ha anche evidenziato il buon risultato dell’attività assicurativa, in crescita del 17% rispetto all’ultimo trimestre 2020; l’inizio di questo 2021 ha rappresentato anche il miglior primo trimestre di sempre per quanto concerne le commissioni, raggiungendo i 1.200 miliardi.
A ciò va aggiunto il fatto che il Cost/Income della banca si è attestato al 46,5% (tra i migliori in Europa) mentre il costo del rischio annualizzato è sceso a 35 punti base.
Ottimo anche il dato sui flussi di credito deteriorati lordi, che nello scorso trimestre è stato il più basso mai registrato, consentendo così di superare di 6 miliardi (e con un anno di anticipo) l’obiettivo posto dal Piano d’Impresa 2018-2021.
Infine anche per quanto concerne il Npl ratio lordo, con il 2,3% netto è stato conseguito il livello più basso di sempre.
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